venerdì 12 aprile 2013

21 - SINTOMI



Nessuno dei modi di dire. Senza modi. Dire.
Anaffettivo. Perché gli affetti fanno anche male.
Stupido. Nella valutazione dei danni solo su breve termine.
Impensierito. Dal fatto di essere entrato almeno in “fase vita medio termine “.
Di tutto questo basta un niente e passa. Ossia, un niente... un raro piuttosto. Facile per ora ma raro. Perché unico. Insomma: basta la voce di mia madre pescata a memoria e mi si stappa un orecchio. L'amore incondizionato, un perduto che giace lontano, all'infanzia. Prima che gli affetti cominciassero anche a far male.
Possibile che la condizione umana sia questa. Generalizzata. Generalizzazione poco consolante. Il fatto che gli altri non scopino non mi consola del fatto di non scopare. Qualcosa del genere scriveva Pavese nel diario, no? 
Farmi i cazzi di Cesare Pavese a 17 anni non ha portato niente di buono.
Se adesso morissi sarebbe per sempre. Se ci fosse dolore sarei solo io a offrire. Una scusa per creare umanità. Non sapendo come altro fare, dato che sono un anaffettivo cronico. Ecco una folle genesi del male. Oddio, poi, affetto ne provo. E' quello degli altri che non riesco a sentire. Che non voglio sentire. La solitudine non è una condizione odiosa. E' amabile e naturale. Ma non la scegli da solo. Ad oggi i miei deliri almeno si compiono intorno a piccole cose. Immagino di stare al mare. Senza nulla di altro da fare che seccarmi al sole. Sogno di non esistere. O di esistere su una nuvola verde. Come il prato dove l'altro giorno ho fatto l'amore. E' in quelle giornate felici che dovrebbe fermarsi il mondo. O offrire di meglio, se ne è capace.

Lei
 scendeva. Con gli anfibi e i piedi doloranti. Io andavo avanti. Finché lei non mi cercava. Così la guardavo arrivare, e stava più in alto. E io ridevo, perché non mi ero accorto di averla lasciata sola e per il modo buffo in cui mi rimproverava.
Adesso mi strapperei il cuore per non farmi male. E invece ecco il conto per quell'amore.
La solitudine non è un male assoluto. E' amichevole. E' naturale.

19 commenti:

  1. infatti tu non sei anaffettivo ed è vero che i sentimenti fanno male, ma non per questo ce ne teniamo lontani

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  2. Non riesco a soffrire di solitudine. Solo la solitudine mi toglie l'angoscia.

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  3. La solitudine è la gabbia toracica del cuore, di un cuore che si fa piccolo, batte piano, vive sollevato da battiti che potrebbero gonfiarlo di vita (o di morte), lanciarlo nelle profondità della gioia (o negli abissi del tormento).

    La solitudine. Qualcuno ci ha lavato di dosso la gioia di sentire il cuore fragile, ecco.

    Oh, scusami, è lunedì.

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    1. guarda che roba! è lunedì davvero! becca che coincidenza!

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  4. La solitudine è un mantello fatto di sentimenti non condivisi

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  5. "...affetto ne provo. E' quello degli altri che non riesco a sentire. Che non voglio sentire..."

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    1. se l'affetto diventa pretesto di ricatto lo si deve sfuggire....
      ma...l'affetto vero , non "appiccicoso", disinteressato...a me piace ...

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    2. pare strano, ma il concetto ai più sfugge.

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    3. Ma se è appiccicoso come una zecca lui...

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    4. certo, è la mia principale caratteristica. sono appiccicoso, se lo ricordano tutti quelli che non mi vedono più

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    5. E' che sei una zecca schiva :P

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  6. WEh.. Dove ti trovo? (non scrivi più?) Sei sparito e io ( lo sai) non sono brava a giocare a nascondino. ( sucre )

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    1. anzi! ho scritto un intero romanzo (breve ma intenso). qua mi trovi, o in mail.

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