domenica 20 gennaio 2013

L'ALTRA STAGIONE



Estasiato da questo nulla, T, s’arrampicò in cima al molo e invocò le stelle. Spettatore qualunquista, il sole, chiese tempo e offrì gratuitamente il vino caldo, cartonato, che sapeva di ciliegia andata a rotoli sul campo appeso. Si sentiva, ad accostare l’orecchio e agitare il cartone, la macina castrare i noccioli, e la polpa bucata, tarlata, spruzzare fango e altre oscenità di lungo corso. Così come i vermi, si sentivano, in sottofondo, cavalcare cristalli di sale rimasti solidi tra i flutti schiumosi. E quelli salgono, come l’artrosi sulle ossa di T. E le stelle tardano perché non è inverno. E’ estate. L’altra stagione, quella che segue o quella che precede, difficilmente quella che precede. Solo per ripe meno scoscese.

15 commenti:

  1. è sempre un mistero quello che segue e, se non te lo aspetti, può regalarti qualche emozione...

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  2. Le stelle avranno pure i lo misteriosi tempi, ma vale sempre la pena invocarle.
    Le artrosi di T saranno ripagate di certo!

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  3. è sempre l'altra stagione...per chi attende...

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    1. una eterna stasi. la maggior parte della gente ci vive e ci muore. fa la muffa. resta grottescamente fanciulla. probabilmente le persone sono anche portate a restare nella culla, se via via che crescono gliela allarghi un po'

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  4. sì...attendere diventa un alibi, un modo per eludere la vita e ciò che ci offre...per crogiolarsi nella propria inerzia...

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  5. Che scenari magnifici che mi fai immaginare.

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