Da come la vedo io
adesso, ho solo tre possibilità. La prima è attraversare via Nizza, mettermi
sotto i portici e cercare di rifilare un bidone a qualche tossico. Un
cinquantino di coca falsa. Dovrei solo tritare l'aspirina che ho in tasca.
Come la vedo io dipende
molto da quello che ho in tasca. Non del tutto, ma molto sì. E io in tasca ho
un preservativo, una aspirina effervescente e tre monete da 10 centesimi di
euro. In città non posso chiamare nessuno e prendere un treno utile sarebbe
impossibile. Oddio, prenderlo sarebbe possibile, ma restarci su per più di
mezz'ora no. Una volta ero abbonato al verbale. Salivo, andavo dal controllore
e gli chiedevo di scrivere. E quello scriveva, coi miei documenti in mano, sì,
ma mica come adesso, mica facevano scendere nessuno a quei tempi! Ho accumulato
migliaia di euro di multe ma ho viaggiato, prima che cambiassero le regole.
Sono nullatenente, non pago. Non mi possono sequestrare niente. Tant'è che ho
solo trenta centesimi in tasca, l'aspirina è di Renata e chissà come c'è
finita, e il preservativo me l'ha dato Isabella, ieri sera, al locale. Omaggio
della casa. Ho sempre pensato che certi omaggi portassero sfiga. Infatti non me
la sono scopata. Questo però adesso non mi importa. Penso solo alle altre due
possibilità che vedo di recuperare qualcosa, semmai anche qualche soldo. La
seconda mi pare sarebbe scippare quel ragazzo tarchiatello coi baffi e il
pizzetto del suo promettente zaino. E' il solo valido qualità/prezzo che
scorgo. Rapinare un tassista, per me, sarebbe un suicidio. Da tre giorni non
mangio, e quelli sono tutti brutti, armati e cattivi. Ci stanno le Poste qui di
fianco, è vero. Ma via Nizza è un rettilineo da paura sotto sto cielo plumbeo
di fine febbraio, e il fondo non è mai stato il mio forte. Mi ci vedete dopo
tre giorni di digiuno a scattare borsa in mano e lanciarmi sul chilometro
spalle alle sirene? Ok, potrei attraversare la fatidica via Nizza e gettarmi in
san Salvario. E poi darmi ai vicoli. Ma siamo mica a Napoli! Questa è Torino,
diobono, una cittàà costruita contro gli ammutinamenti. E per di più non sarei
così tanto popolare. Un bianco capellone che scippa i vecchietti. Che poi in
Posta mica ci sono solo vecchi. Ok, anche donne e bambini. Insomma, cedo il
passo. Sulle scialuppe prima loro, è la legge. Non un obbligo morale, nessuna
etica. E' che se lo faccio la gente mi fa finire male.
La terza ipotesi è la
più simpatica. Si tratta di fregarsene. Di entrare alla Feltrinelli qui di
fianco e incularmi un libro. Raggiungere largo Saluzzo, schiantarmi sulla
panchina e mettermi a leggere. Svenire magari dopo un po', raggomitolato nel
giaccone verde di Marinella. Consumarmi come il pupazzo di neve al sole.
Diradarmi e poi scivolare sotto i ferri, sull'asfalto, nello scolo. E infine,
per via fluviale, raggiungere il mare. Questo se non smettessi di sognare. E
smetto, smetto ora. Perché delle tre possibilità che ho, a come la vedo io
adesso, questa è la sola che valga qualcosa.
La Feltrinelli è un
doppio stanzone zigrinato di scaffali. Libri e cartelli. Io ho un libro in
mente, mica no. E' Into the wild. Into the wild non è un film, non solo un
film, ma pure il film è bello. Chi lo guarda mette o non mette un particolare
filtro. Il peso del consorzio sociale non si indossa con disinvoltura. Chi se
ne sottrae viene riportato in riga. “Acchiappa lo scippatore di vecchiette”, o
“se lo fa, beh... non credo che vorrò aiutarlo, poi in seguito quando starà
male”, “salverei più un altro che quello”. E ci sta, lo capisco, lo accetto.
Anche se forse io non fermerei mai uno che scippa la gente. In fondo alla Posta
non ci vanno solo le vecchiette. Ma questo non vuole dire niente. La gente ti
fa finire male senza guardarti storto. Persino bonariamente, ti condanna alla galera.
La gente ti guarda storto solo quando ti sottrai al consorzio sociale. E lo
scippatore no, non se ne scosta affatto. Lo sostiene. A modo suo, lo sostiene.
A modo degli altri, lo sostiene. Se mi lasciassi sciogliere al sole in largo
Saluzzo sopra la panchina verde, invece, col rumore dell'acqua alle spalle,
l'acqua della fontana, allora sarebbe grave. Non sarei un farabutto
disgraziato, no... ma peggio, forse direbbero che ho sprecato una vita, che ho
chiuso a muzzo una possibile meravigliosa storia. Come se la
mia strada appartenesse al mondo prima ancora che a me stesso. E adesso non si
tratta di scippare una vecchietta fuori dalle Poste, e nemmeno altri, non una
donna, non una donna col suo bambino, il quale si lamenta magari per quella
giornata noiosa. Non lamentarti bambino, ai tempi miei questi uffici puzzavano
anche di sigaretta. Oggi c'è solo il deodorante che tenta invano di coprire la
muffa. Ad ogni modo, dicevo, adesso non si tratta affatto di rapinare una
vecchia su via Nizza e poi correre come un pazzo. Adesso si tratta di muoversi
bene, trovare il libro che voglio e poi svignarsela.
Insomma all'interno del
dedalo di cartelli e copertine colorate, mi muovo alla ricerca di Into the
wild. Dove lo cerchereste? Avventura? Letteratura americana? Biografie? Best
sellers? E' stato un best sellers?
Insomma al terzo giorno
che non mangio, e non per mancanza di occasioni, ma solo perché ho lo stomaco
chiuso, serrato a due mandate e non so come stimolarlo, trovo molto comodo
cercare un commesso piuttosto che un libro in mezzo ai libri. Trovo una
commessa, è carina, coi capelli scarmigliati, una mezza punk, non fosse per il
lavoro. Starebbe bene in uno squat e magari qualche sera ce la trovo pure. Ha
gli occhiali con la montatura nera, nel senso che sì, è un po' anarchica ma
comunque legge e lavora. Insomma, non è un caso se lavora qui. Per
lei non è come vendere le scarpe. Così le dico che non so bene come
orientarmi. Sorride, esce dalla postazione e io la seguo nel dedalo di scritti.
- E' carina ma andrebbe davvero poco lontano se non si muovesse
soltanto in questa foresta di libri.
Si ferma, si china a un
tratto, piglia un volume, si gira, me lo consegna. Sorride, torna al bancone.
Io resto lì a leggere, in piedi, finché entrano altri giovani, non chiassosi,
ma sorridenti. Mi avvio, con la sinistra quando sono a mezzo passo dal vetro
abbasso il maniglione antipanico e sono fuori.
Il marciapiede è quasi
deserto. C'è solo il mendicante a destra, in ingresso stazione. Non so quanto
tempo ho per sparire, dai pochi secondi all' è già troppo tardi. Ma
uno a rubare un libro si sente talmente tanto sereno che proprio non gli
importa.
Metto in tasca Into the
wild, cammino nel freddo mattino di fine febbraio incontro a Torino. Attraverserò
via Nizza, stavolta davvero. Il ragazzo pienotto è voltato. Guarda un
palazzo sui portici di fronte, dal lato in cui sto andando io. Gli scippo lo
zaino che ha lasciato a terra, senza piegarmi nemmeno, con un gesto rapido della
mano sinistra lo indosso, è mio. Gli automobilisti rispettano le strisce, ho la
precedenza, attraverso la strada. Con la destra intanto cerco in tasca
l'aspirina. Mi fermo un attimo sotto i portici e poi vado in largo Saluzzo, a
sciogliermi sulla panchina.
Questo racconto mi sembra familiare, almeno in qualche particolare. Sarà per il nome della via.
RispondiEliminaChé in fondo mi basta attraversare il cavalcavia per arrivarci.
Ma dubito che ci troverò quel capellone dall'altra parte :) Non stavolta almeno.
Speriamo ci sia un seguito … :)
ve' che sarebbe figo abitare a tiro di cavalcavia... :)
EliminaDi brutto :) Poi da lì si fanno delle gran belle passeggiate ...
Eliminaal prossimo giro tentiamo il tuffo. dal cavalcavia e' d'obbligo.
EliminaMica c'è acqua sotto ... Fai pure tu se ci tieni :)
Eliminami spiace, ho gia' deciso di suicidarmi in altro modo. non lo sai che sto partendo scalzo per la foresta?
EliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
Eliminahttp://piemonte.indymedia.org/attachments/nov2009/le_scarpe_dei_suicidi2.pdf
Eliminalo sai che l'autore del libro sta inguaiato con le inchieste notav?
Eliminalo so ...
Eliminaa volte la giusta etichetta può salvare la vita, bravo amor! :)
RispondiEliminae', meno che in Cassandra, ma pur sempre questione di etichette...
Eliminasei uno che rispetta l' etichetta! incredibile,chi lo avrebbe mai detto? :P
Eliminatu che etichetta hai messo al tuo post?
Eliminanessuna... mi sono proprio dimenticata :p
EliminaProporrrei Virtù Teologali come etichetta :P
Eliminavirtu' ateo illegali
Eliminala prossima volta che vado a Torino, mi porto la tua guida turistica ;)))
RispondiEliminaoh magari la prossima volta che ci vado te lo fo sapere cosi' famo il giro insieme!
Elimina